Hassen Bouchakour e Peyo si sono incontrati sei anni fa. Il primo era un artista che esibiva come ballerino, ginnasta e falconiere. Un giorno ha deciso di arricchire i suoi spettacoli introducendo nelle sue esibizioni il cavallo Peyo. Ma dopo mesi di tentativi di addestramento, i risultati non arrivavano. Anzi, erano un disastro. In compenso, però, l’animale sin dall’inizio ha dimostrato un’altra qualità ben più importante: una particolare sensibilità e attenzione nei confronti delle persone più fragili, soprattutto quelle con un’invalidità o malattie “invisibili”. Sembra capisse chi aveva bisogno di attenzioni e lui era pronto a dargliele.

Così i due, invece di andare in tour per il mondo a esibirsi in spettacoli artistici, hanno iniziato a girare per gli ospedali francesi rivolgendosi a un pubblico molto sensibile: i bambini malati e gli anziani ricoverati nelle case di cura. Così è nata l’associazione “Gli zoccoli del cuore” e i benefici non sono tardati ad arrivare: «Abbiamo visto una persona che non camminava da due anni, alzarsi e andare verso il cavallo. Un altro che non parlava, raccontare i ricordi in maniera molto precisa» raccontano in un ospedale.

In particolare la presenza e la dolcezza di Peyo stimola i malati di Alzheimer così come dimostrato nella sperimentazione condotta in modo controllato nell’Ehpad (Istituzione di alloggio per anziani non autosufficienti) di Vinay sotto gli occhi attenti e professionali del personale medico e paramedico. «La malattia terrorizza tutti, ma non possiamo continuare a trattare gli anziani come facciamo oggi – spiega ai giornali francesi Hassen Bouchakour -. Nella cultura del Maghreb, la mia cultura, la famiglia è al centro di tutto».

«Mia madre soffre di Alzheimer da anni. Quando parlo con lei mi sento male perché capisco che lei non sa più che sono suo figlio – racconta un uomo la cui madre è ricoverata in un ospedale di Digione -. Poi un giorno questo straordinario cavallo le si è avvicinato. E ho scoperto che ha ritrovato gran parte della sua memoria per diverse decine di minuti. Ricordava i nomi dei vicini, il nome del villaggio. È stato come un miracolo, anche se non eravamo a Lourdes».

È noto da tempo che i bambini con autismo possono essere aiutati dalla presenza e all’interazione con pony o cavalli. Ma Peyo sta dimostrando che la presenza di un cavallo può produrre effetti positivi sui pazienti anziani e affetti da malattie come Alzheimer.

«È piuttosto incredibile, qualcosa a cui credere quando lo si vede con i propri occhi: i pazienti iniziano a parlare spontaneamente quando lo incontrano, ritrovano un sorriso. Sono rimasto molto colpito dalla reazione di un paziente che si è ricordato che suo padre comprò dei cavalli. Aveva parole coerenti, mentre di solito i suoi discorsi erano totalmente confusi – spiegano dall’ospedale -. Abbiamo due cani da terapia molto apprezzati dai nostri pazienti. Ma con questo cavallo l’effetto è più forte, forse perché è più sorprendente. I risultati sono spettacolari».

E così Peyo sta diventando una star. Senza esibirsi in spettacoli artisti o vincendo corse. Ma mostrando tutta la sua dolcezza e sensibilità.